Filologia e critica letteraria
Dipartimento di Lettere e Filosofia
Classe di laurea: LM14 - Filologia moderna
Ammissione: accesso libero, con verifica dei requisiti (vedi procedure di ammissione)
Durata e lingua del corso: 2 anni, in lingua italiana
Sede: Dipartimento di Lettere e Filosofia, Trento
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Il corso in Filologia e critica letteraria, si propone di fornire agli studenti un’approfondita formazione metodologica, storica e critica nelle discipline linguistiche, filologiche e letterarie. Il corso si articola in due curricula:
- Storia della tradizione classica e medievale fornisce una solida conoscenza della tradizione letteraria greco-latina e della sua eredità nella Tarda Antichità e nel Medioevo latino e romanzo; consente inoltre di affinare la competenza nella lettura critica dei testi, anche in relazione alla nascita e allo sviluppo dei vari generi letterari.
- Italianistica e critica letteraria letteraria consolida le conoscenze della storia letteraria e dei testi attraverso il contatto diretto con le opere, studiate attraverso i metodi della linguistica, della filologia e dell’ermeneutica.
Gli sbocchi professionali per coloro che conseguono la laurea magistrale in Filologia e critica letteraria interessano principalmente gli ambiti dell’insegnamento, dell’editoria, del giornalismo, della comunicazione, della pubblicità, della
promozione e diffusione della cultura.
I nostri studenti
intervista a Laura iscritta al corso di laurea magistrale in Filologia e critica letteraria
Un corso che stimola il pensiero critico attraverso lezioni seminariali, stesura di tesine ed elaborati scritti
Per iniziare a conoscerti meglio, ci dici da dove vieni e qual è il tuo piatto preferito?
Vengo da Bassano del Grappa e da buona italiana il mio piatto preferito è ovviamente la pizza!
Parliamo della tua laurea triennale: in che cosa sei laureata? In che Ateneo?
Mi sono laureata in Studi storici e filologico-letterari (carriera tipo Lettere moderne) presso l'Università degli Studi di Trento.
Raccontaci della tua magistrale: cosa ti ha spinto a sceglierla?
La letteratura è sempre stata una delle mie grandi passioni, tanto che, dopo il liceo classico non avevo dubbi sulla scelta universitaria da prendere: Lettere moderne era il corso di laurea che faceva proprio al caso mio! Al termine del mio più che soddisfacente percorso triennale, ero certa di voler proseguire questo tipo di studi, in modo tale da approfondire meglio le mie conoscenze filologiche e letterarie. Così mi sono iscritta al percorso di Italianistica all'interno del corso di laurea magistrale in Filologia e critica letteraria dell'Università di Trento.
La caratteristica che rende la tua magistrale la magistrale adatta a te?
Sicuramente il ridotto numero di studenti favorisce molto l'interazione tra docente e studente, tanto che si riesce ad avere un rapporto molto diretto con i docenti: trovo che questa possibilità di confronto sia un aspetto molto positivo del mio corso di laurea magistrale. Inoltre, ancor più che in triennale, si cerca di stimolare il pensiero critico attraverso lezioni seminariali, stesura di tesine ed elaborati scritti, attività importantissime per la crescita intellettuale degli studenti!
Il corso più interessante che hai seguito fino ad oggi?
Senza dubbio filologia romanza!
Perché consiglieresti il tuo corso di laurea magistrale?
Consiglierei questo corso perché permette di approfondire meglio gli studi di base offerti da una qualunque triennale in Lettere: ci si addentra di più nelle discipline filologiche e letterarie attraverso un maggiore approccio critico. Se si ha l'interesse per questo tipo di studi, sicuramente il corso di laurea magistrale che sto frequentando riesce bene a soddisfarlo e a dare anche molti stimoli per eventuali e ulteriori studi dopo la laurea.
Perché hai scelto Trento per la tua laurea magistrale?
Ho scelto Trento perché in triennale mi sono trovata bene, e dal momento che il percorso di laurea magistrale che intendevo intraprendere era offerto anche dall'Università di Trento, mi sono detta: "Perché non proseguire qui?". Detto fatto, eccomi qui!
Trento: qual è la cosa che preferisci del vivere da studentessa a Trento?
Come studentessa devo dire che la qualità dei servizi universitari (biblioteche, aule studio, eventi...) è molto buona, ma anche quella della città: penso al servizio di trasporto pubblico, alle innumerevoli agevolazioni per noi studenti...Sì, Trento è proprio una città a misura di studente, si vive bene!
Sempre parlando di Trento: qual è il tuo luogo preferito della città o dei suoi dintorni?
Ne avrei molti! Ma dovendo sceglierne uno, forse direi il Doss Trento!
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Un interesse innato verso un percorso che richiede rigore e impegno
Lorenzo, come è nato il tuo interesse per le materie letterarie e in particolare per il tuo indirizzo di studi?
Azzarderei a dire che questo mio interesse sia addirittura innato. Che io ricordi, è esattamente da quando ho iniziato il mio percorso di scolarizzazione che ho una forte curiosità verso la storia e una certa propensione alla lettura. Poi ovviamente la consapevolezza di quest’indole è maturata con il tempo, soprattutto grazie e attraverso gli studi liceali. Un certo merito, infine, penso debba sicuramente andare a chi, come i miei genitori e alcuni amici, mi è sempre stato vicino e mi ha incoraggiato nell’affrontare una scelta di sicuro non facile: quella di intraprendere un percorso universitario umanistico.
Ora che sei quasi al termine di questo tuo percorso, cosa la tua formazione universitaria ti ha lasciato e cosa invece pensi ti abbia deluso?
L’estate dopo la maturità ero pieno di granitiche certezze: credo di dover anzitutto dire che sono debitore verso i miei studi in quanto tutte quelle certezze sono sparite. Non vorrei sembrarvi banalmente amletico, ma il dubbio metodologico e conoscitivo che mi deriva dallo studio della storia antica e medievale e soprattutto dalla filologia è davvero una bella conquista, che mi induce a guardare non solo il passato ma ovviamente il presente con occhi più critici e coscienti. Sono inoltre soddisfatto per l’aver constatato, a scapito della ricorrente opinione circolante sugli studi letterari, quanto rigore e quanto impegno un simile percorso richieda. Cosa mi ha deluso? Forse l’imperante individualismo che ancora vige in questi studi, che rimangono ancora troppo “solitari”. Nonostante qualche lavoro di gruppo in magistrale, mi è mancato un confronto continuo e serrato con i compagni (i quali però sono stati, talvolta, anche ottimi amici).
Com’è in Dipartimento il rapporto con i docenti?
Chiaramente il discorso non è facilmente generalizzabile, in quanto ci sono docenti e docenti. Tuttavia, forse anche in ragione della mia esperienza di rappresentante degli studenti in triennale, da parte della maggior parte dei professori e delle professoresse ho sempre ricevuto ascolto e attenzione, sia relativamente a questioni didattiche, sia in merito a problemi logistici. Poi, anche se non intendo evidentemente fare nomi, la mia riconoscenza va in particolare ad alcuni docenti (pochi…), ai quali sono grato anche da un punto di vista umano.
Come hai trovato la qualità dei servizi di supporto allo studio?
Dai, questa domanda è facile. Senza retorica, posso davvero unirmi alla schiera di chi sostiene che Trento sia un ottimo luogo in cui studiare: qualità delle strutture, mense, posti alloggio, borse di studio, biblioteca fino a mezzanotte. È stato tutto molto efficiente (…forse anche troppo?)
Quali prospettive vedi per il tuo futuro?
Ecco, questa domanda, per esempio, mi piace già molto meno. Premettendo che la lungimiranza non è purtroppo un lusso concesso alla mia generazione, ho ancora da parte i miei progetti (cosa diversa dalle “prospettive”), e ovviamente mi impegnerò per quelli, nonostante le difficoltà contingenti. Mi sbilancio dicendovene uno: insegnare.
Cosa consiglieresti a uno studente che vuole iscriversi al tuo corso di studi?
Sicuramente il primo consiglio è quello, per quanto possibile, di non lasciarsi troppo influenzare (consigliare sì, influenzare proprio no). La scelta dell’università è, se posso, una cosa intima, richiede coraggio: verso i genitori; verso il luogo in cui si è cresciuti e che si potrebbe anche dover abbandonare; verso se stessi (ovvero: consapevolezza dei propri talenti e dei propri limiti, senza considerare questi ultimi come eccessivamente preclusivi). Il secondo consiglio: se scegliete gli studi umanistici, siate onnivori nei vostri primi due anni. Onnivori e insaziabili, anche.