Interfacce e tecnologie della comunicazione
Dipartimento di Psicologia e Scienza Cognitive
Classe di laurea: L20 - Scienze della comunicazione
Posti disponibili (a.a. 2025/26): 70 (accesso con test di ammissione)
Durata e lingua del corso: 3 anni, in lingua italiana
Sede: Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive, Rovereto (TN)
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Il corso di studi è volto alla formazione di laureati con competenze negli aspetti tecnico-informatici, cognitivi e sociali della comunicazione, mediata dalle tecnologie dell’informazione. In Italia esistono poche realtà in cui si studiano gli aspetti specifici delle tecnologie della comunicazione e dell’interazione uomo-macchina e quasi mai sono considerate assieme le tre “anime” di quest’area: computer science, scienze cognitive e progettazione d‘interfacceutente. Per rispondere a questa esigenza, il corso è multidisciplinare e affronta materie come psicologia, scienze cognitive, informatica e programmazione, matematica, design, sociologia della comunicazione ed ergonomia cognitiva.
I nostri studenti
intervista a Stefano, appena laureato in Interfacce e tecnologie della comunicazione. Stefano è di Belluno "(che non è in provincia di Cortina, ma il contrario)"
Ciao Stefano, che scuola superiore hai frequentato e come mai hai scelto questo corso di laurea?
Ho frequentato il liceo scientifico tradizionale (eh già, col latino), quella scuola che “ti apre tutte le porte” (altro modo per dire che non sapevo che cosa mi sarebbe piaciuto fare). Al momento di scegliere dove iscrivermi all’università, ho preso subito in considerazione Trento, sia per la vicinanza fisica, sia perché mia sorella ha studiato a Trento e si era trovata molto bene. Finito il liceo però ero stufo della matematica e volevo esplorare un po’ di più l’ambito umanistico; quindi, la mia ricerca è partita dai dipartimenti di quest’area. Frugando poi sul sito del DiPSCo (Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive) ho visto questo corso dal nome vagamente tecnologico… Mi è sempre piaciuto smanettare con il computer, ed informandomi ho visto che avrei potuto esplorare sia il campo psicologico e sociologico, sia applicare la mia passione per il computer.
Ci spieghi in concreto cosa fa l'interfaccista?
È una bella domanda, perché secondo me fa quello che gli piace di più: noi impariamo i vari aspetti di questa figura, però poi uno può specializzarsi in quello che preferisce. In concreto “l’interfaccista” è quella figura che riesce a progettare delle interfacce (come, ad esempio, siti web), rispettando quelli che sono i bisogni dell’utente che poi andrà ad interfacciarsi con una determinata tecnologia. È quindi una figura che coniuga il gusto estetico al lato funzionale. Per farlo deve conoscere sia l’utente che la tecnologia utilizzata da questo. Per questo anche il corso si trova in questo Dipartimento, per darci la possibilità di esplorare sia l’ambito umano che tecnico.
Hai giocato nella squadra di pallavolo del Centro Universitario Sportivo, CUS. Ci racconti qualcosa in più?
Purtroppo, solo all’ultimo anno ho deciso di iscrivermi a pallavolo presso il CUS ed è stato veramente divertente! Università non significa solo studio, bensì anche tutto quello che ci gira attorno. Iscrivermi a pallavolo è stata una grande opportunità per vivere quel qualcosa in più, per distrarmi dal mero studio (non che mi spaccassi di studio io), e soprattutto per conoscere nuove persone. Ho incontrato un sacco di studenti come me, che in quel momento erano lì per sfogarsi e divertirsi e non parlare di studio!
Prospettive future: esperienze all'estero? Proseguirai gli studi con una magistrale?
Lo confesso: resto ad UniTN per andarmene! Sembra un ossimoro però è proprio così: le opportunità di stampo internazionale sono uno dei motivi che mi hanno convinto a continuare qua in magistrale, e io ancora non ho finito di andare all’estero! Con la nostra laurea triennale potremmo già metterci nel mondo del lavoro. Però penso che quella di studiare e arricchirmi sia l’opportunità che preferisco seguire in questo momento. Sono già iscritto alla laurea magistrale in Data Science, un corso interdipartimentale che mi permetterà sia di ampliare il curriculum, sia di esplorare ancora un po’ l’ambito della programmazione.
A chi consiglieresti questo corso?
Una particolarità del nostro corso è quello di essere molto pratico. Personalmente non sono in grado di stare seduto a studiare un manuale. È ottimo quindi per chi come me ha bisogno di fare. Nello specifico, comunque, lo consiglierei a chi ha voglia di contribuire allo sviluppo delle tecnologie della comunicazione.
Inoltre lo consiglio a mio nonno, così magari invece che lamentarsi e basta del sito dell’INPS può effettivamente aiutare a migliorarlo ;)
C'è qualcosa di specifico che vorresti raccontare del tuo corso o del tuo percorso universitario?
Università vuol dire molto di più di studio. Tra le tante possibilità che UniTn mi ha offerto c’è stata quella di andare all’estero. Ho trascorso un semestre in Germania, dove ho fatto tante nuove amicizie ed imparato tanto, ma soprattutto questa esperienza mi ha insegnato ad apprezzare di più Trenitalia!
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intervista a Daniel Corrales, iscritto al corso di laurea magistrale in Cognitive Science dell'Università di Trento. Viene da Mezzolombardo in provincia di Trento
Come descriveresti la figura dell’interfaccista?
L’interfaccista non è un programmatore e non è nemmeno un grafico, l’interfaccista conosce le nozioni di base della programmazione in diversi linguaggi e allo stesso tempo utilizza gli strumenti di progettazione grafica per siti web e applicazioni. L’interfaccista è colui che, tenendo in considerazione l’esperienza e i bisogni degli utenti, crea tecnologie interattive sempre più comode da utilizzare.
C’è molta informatica nel tuo piano di studi?
I corsi in cui è previsto un approccio diretto all’informatica sono sostanzialmente tre, uno per ogni anno del corso di studi, ma in molti altri corsi è previsto un approccio integrato all’informatica. Con il termine informatica non si intende soltanto la programmazione di software, ma una serie di conoscenze diverse tra cui la gestione di progetti, la realizzazione di grafiche seguendo specifiche linee guida, l’interazione uomo-macchina e l’ergonomia cognitiva (la disciplina che studia come rendere la tecnologia “più facile da usare”). Il lavoro di un interfaccista è quello di creare un ponte tra le esigenze degli utenti e gli strumenti del programmatore.
Cosa distingue il lavoro di un interfaccista da quello di un informatico?
Un esempio potrebbe essere quello della realizzazione di un sito per prenotare visite mediche. L’obiettivo è creare un sito che contenga tutte le funzioni necessarie (prenotazioni, visualizzazione referti, ecc.) e, allo stesso tempo, sia facile e piacevole da utilizzare. L’interfaccista si occuperà della grafica e del concept, mentre l’informatico si dedicherà alla programmazione.
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intervista a Simone Zulian, laureato in Interfacce e tecnologie della comunicazione. Proviene da Rovereto in provincia di Trento
Simone, perché hai scelto un corso di studi in ambito psicologico ma con valenza altamente tecnologica?
Ho scelto questo percorso di studi multidisciplinare per la mia convinzione che la progettazione di interfacce (sia hardware che software) abbia bisogno di competenze e conoscenze sia di tipo informatico che psicologico. Seguendo questo tipo di progettazione si può arrivare a realizzare un prodotto che, oltre a funzionare, piace all’utente per la sua alta usabilità ed intuitività.
Quali sono secondo te le caratteristiche più specifiche del tuo corso di studi?
Si tratta di un corso altamente innovativo e con potenzialità per il futuro davvero importanti, dove si ha la possibilità di confrontarsi con docenti giovani provenienti da tutto il mondo e che offre una preparazione multidisciplinare utile per il mondo del lavoro.
Tu hai studiato a Rovereto che da sempre è città aperta alla cultura e al pensiero artistico e scientifico. Come giudichi le strutture che l’università mette a disposizione degli studenti?
Il Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive mette a disposizione degli studenti strutture moderne e adatte allo studio, situate in una posizione centrale della città. Consiglio a tutti di visitarle durante le giornate “Porte aperte”.
Perché secondo te è importante investire nella formazione anche in tempi di crisi?
In tempi di crisi in una società moderna come la nostra la formazione è indispensabile. Dare a tutti la possibilità di crescere dal punto di vista intellettivo è fondamentale per la cultura generale del Paese e per riuscire a coltivare gli eventuali talenti esistenti. Crescere dal punto di vista intellettivo è necessario per avere sempre più una società che stia bene con se stessa e con le altre.