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Scienze e tecnologie biomolecolari

CIBIO - Dipartimento di Biologia Cellulare, Computazionale e Integrata

Classe di laurea: L2 - Biotecnologie
Posti disponibili (a.a. 2023/24): 72 (accesso con test di ammissione)
Durata e lingua del corso: 3 anni, in lingua italiana
Sede: Centro di Biologia Integrata, Povo (TN)

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Il corso di laurea è rivolto allo studio dei meccanismi di funzionamento, a livello molecolare e cellulare, dei sistemi biologici. I laureati saranno in grado di effettuare esperimenti allo scopo di analizzare, modificare e utilizzare le cellule, o i loro singoli componenti, in tutti gli ambiti in cui le biotecnologie hanno un impatto sulla vita umana e sulla sostenibilità demografica e ambientale.

Il corso si basa su una forte integrazione tra le discipline biologiche e quelle matematiche, fisiche, chimiche e informatiche, approfondite in particolare nel corso dei primi due anni. Per quanto riguarda la biologia, il corso fornisce conoscenze in merito ai meccanismi genetici di base della cellula, alla comunicazione cellulare, alla regolazione del metabolismo e alle tec­nologie utilizzate per la manipolazione genetica. A questo si aggiungono nozioni nel campo della bioetica, del biodiritto e della sicurezza nel settore biotecnologico. Nel corso del terzo anno, si acquisiscono competenze di tipo tecnico-pratico nel settore delle biotecnologie e della biologia dei sistemi. L’attività di laboratorio consente allo studente di sviluppare una preparazione di tipo sperimentale.

 

I nostri studenti

Intervista a Chiara, iscritta al terzo e ultimo anno del corso di laurea triennale in Scienze e tecnologie biomolecolari. Chiara è cresciuta a Verona e Trento è la prima esperienza fuori casa

Ciao Chiara! Che scuole superiori hai frequentato e come mai hai scelto di iscriverti a questo corso di laurea?
Ho frequentato un liceo scientifico (con il latino!) e, dopo un open day organizzato dall’Università in quarta superiore, ho coltivato il sogno di entrare a biotecnologie a Trento. Nonostante l’evento svolto online, non ho potuto non notare l’eccellente formazione laboratoriale che già dalla triennale viene offerta. Inoltre, ero alla ricerca di un corso di laurea che mi permettesse di continuare a studiare un po’ di matematica e allo stesso tempo di approfondire materie come biologia e chimica.

Che cosa sono le biotecnologie?
Per definizione, è l’impiego di tecniche che permettono di ottenere prodotti utili all’uomo. Per me, è un mondo in continua evoluzione, che mi consente di assecondare l’inclinazione di “topo da laboratorio”. La branca delle biotecnologie mediche è quella che mi incuriosisce maggiormente, in particolare sono affascinata dai meccanismi molecolari che sono dietro ad una determinata malattia umana. Ti sei mai chiesto o chiesta perché si sviluppa un tumore o come potremmo curare malattie neurodegenerative come il Parkinson?

A chi consiglieresti il tuo corso di laurea?
A chiunque voglia “mettere le mani in pasta”. In una giornata tipo, la mattina è occupata dalle lezioni teoriche, mentre il pomeriggio in laboratorio si possono sperimentare tecniche e approfittare per fare due chiacchiere con i professori. La loro esperienza come ricercatori, italiana e internazionale, è un valore aggiunto con cui mi confronto spesso in un’ottica lavorativa futura. Avere laboratori pomeridiani significa organizzare la settimana togliendo ore di studio e tempo libero. Personalmente, credo ne valga la pena: è quello che mi piace fare.

C'è qualcosa di specifico che vorresti raccontare del tuo corso o del tuo percorso universitario?
Non scoraggiatevi mai. L’impatto con l’università è tosto tra scadenze, contratti di affitto e professori che partono a spiegare fin dai primi giorni. Niente panico: sono input positivi che, se stringete i denti, vi daranno grandi soddisfazioni. Ho trovato un ambiente stimolante e compagni di corso alla mano, appassionati come me e focalizzati sui propri obiettivi. 

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intervista a Daniele, iscritto al terzo anno di Scienze e tecnologie biomolecolari. Daniele viene da Gardolo, una frazione nel comune di Trento

Ciao Daniele, che scuole superiori hai frequentato e come mai hai scelto di iscriverti a questo corso di laurea? 
Ho frequentato l’istituto tecnico tecnologico Buonarroti Pozzo, frequentando l’indirizzo di biotecnologie sanitarie. Ho deciso di iscrivermi al corso di scienze e tecnologie biomolecolari perché sono sempre stato interessato all’applicazione della biologia nel campo della ricerca e industriale, soprattutto nello sviluppo di terapie contro patologie croniche e produzione di biofarmaci, inoltre trovo molto stimolante il lavoro in laboratorio quindi il corso di biotecnologie è quello perfetto per le persone a cui piace questo aspetto.

Che cosa ti appassiona in particolare di questo studio?
La cosa che mi appassiona di più di questo percorso di studi è il fatto che non vengono trascurate le discipline complementari alle biotecnologie, come chimica, fisica e informatica. Questo permette di fornire un panorama più ampio e completo di quello che è il grande mondo delle biotecnologie, soprattutto se si è indecisi sul proseguimento degli studi.

Quanto sono importanti i laboratori per questo corso? Quanti ne sono previsti? 
Per il biotecnologo il laboratorio è molto importante se non necessario, soprattutto se si vuole proseguire nel mondo della ricerca. Ogni insegnamento prevede una parte laboratoriale fin dal primo anno, non solo laboratori di genetica, biologia molecolare e biochimica ma anche chimica organica e fisica. Inoltre, al terzo anno è previsto un tirocinio che permette di svolgere moltissime ore in un laboratorio.

C'è qualcosa di specifico che vorresti raccontare del tuo corso o del tuo percorso universitario?
Per esperienza personale, non preoccupatevi se vi trovate in difficoltà i primi mesi di lezione, è normale, l’importante è impegnarsi per far quadrare il tutto. È un percorso impegnativo ma dà molte soddisfazioni, inoltre l’ambiente è tranquillo e molto collaborativo, soprattutto per il numero ristretto di studenti che permette di instaurare un rapporto studente-studente e studente-professore che aiuta molto nell’apprendimento.
 

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intervista a Valeria Lattanzioiscritta al corso di laurea magistrale in Biotecnologie cellulari e molecolari dell’Università di Trento. Viene da Barletta in provincia di Barletta-Andria-Trani.

Perché hai scelto il corso di Scienze e tecnologie biomolecolari?
Sono stata sempre affascinata dalla biologia, o meglio dai suoi lati oscuri non ancora compresi, tra questi soprattutto le malattie incurabili. Allo stesso tempo ricercavo un approccio pratico, che mi permettesse di sperimentare. Il corso in biotecnolValeria Lattanzioogie è un ottimo connubio tra queste due esigenze, permette di approfondire lo studio sui sistemi biologici affiancato da tanta pratica in laboratorio.
 
In quale campo professionale ti piacerebbe lavorare?
La ricerca è il mio sogno nel cassetto e rappresenta per me la possibilità di continuare a nutrire la mia curiosità. Trento offre un’ottima opportunità per sperimentare per la prima volta la ricerca sia in ambito accademico, grazie alla presenza del Centro di ricerca di Biologia integrata, sia in campo industriale, grazie alle varie collaborazioni con aziende.

Tu vieni dalla Puglia. C’è un motivo in particolare che ti ha spinta a venire a Trento?
La versatilità: il corso di studi di Scienze e Tecnologie Biomolecolari offre una panoramica piuttosto ampia su tutto il mondo delle biotecnologie, permettendo allo studente di scegliere tra differenti indirizzi (ricerca, computazionale, industriale, farmaceutico) al termine del proprio percorso, senza focalizzarsi su un ramo specifico. La protagonista non è solo la biologia e le sue tecniche, anche la chimica e la fisica vengono approfondite in ogni loro aspetto. Ciò che ho trovato molto interessante è stata anche la possibilità di conoscere e studiare il mondo emergente della biologia computazionale, dove informatica e biologia si fondono tra loro. 
Tutto ciò è stato fondamentale per decidere la sede dei miei studi, assieme al gran numero di ore in laboratori didattici attrezzati e all’avanguardia e al ristretto numero di studenti che permette un ottimo rapporto studente-professore.

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intervista a Federica Costaiscritta al corso di laurea in Scienze e tecnologie biomolecolari dell’Università di Trento. Viene da Camporovere di Roana in provincia di Vicenza.

Federica, la biologia molecolare è indubbiamente un settore con enormi sviluppi, cosa ti ha spinto verso questa scelta?
Ho fatto questa scelta perché nel mio futuro lavorativo vorrei fare ricerca, in particolare per aiutare persone con malattie gravi per le quali non c’è ancora una cura. Essendo un settore recente e in enorme crescita c’è ancora molto lavoro da fare; a Trento c’è un ambiente stimolante di livello internazionale, quindi l’ambito perfetto per realizzare al meglio il mio progetto.

Come è nel tuo corso di studi il rapporto tra studenti? E tra studenti e docenti?Federica Costa
Il rapporto è ottimo: il corso è a numero chiuso (di solito ci sono 75 posti) e ciò ci consente di essere seguiti al meglio, in particolare per quanto riguarda le attività di laboratorio, fondamentali nel nostro percorso; i docenti sono sempre disponibili per le nostre necessità. Inoltre non essendo molto numerosi si instaura un ottimo rapporto tra gli studenti, sia dentro che fuori la sfera puramente scolastica.

Per quali motivi ti sembra importante investire in formazione superiore?
Per quanto mi riguarda scegliere di ampliare la cultura, approfondire i propri interessi e creare le basi per fare il lavoro che più ti piace sono motivazioni fondamentali.

Cosa consiglieresti a chi volesse scegliere il tuo corso di studi?
Di avere sempre la curiosità e l’interesse di approfondire: il nostro campo è in continua evoluzione, ogni giorno ci sono nuovi studi e nuove scoperte, e spesso quello che studiamo sui libri viene modificato in breve tempo. Inoltre è importante essere creativi e intraprendenti, i professori sono sempre molto interessati e attenti a progetti e idee nuove e ci fanno lavorare in prima persona per realizzarli.